21.10.12

Mallorca #3

GIORNO 3


E' il sole a buttar fuori dalle tende, dai sacchi a pelo e dalle capanne improvvisate con bastoni ed asciugamani l'esercito di arrampicatori di Mallorca, che uno ad uno, ancora sbadiglianti, si recano sulla spiaggia, chi per un tuffo, chi per una nuotata, un pò di sleck line, chi per prendere il sole e chi semplicemente per cercare i propri colleghi, persi chissà quando la sera prima.

Così io Andre e Simo ci ritroviamo, e se non fosse per la consapevolezza che dietro a quell'angolo c'è un mondo di roccia, scogliere perfette e linee mozzafiato a provare, sembrerebbe davvero una vacanza all'insegna del fancazzismo da spiaggia.

Un panino, una nuotata e poi via, pronti, già con le scarpette ai piedi e la magnesite liquida seccata nelle mani. Riprende il gioco. Decisamente più disinvolti, scendiamo, risaliamo, traversiamo e saliamo di nuovo. E' tempo di alzare la posta. L'obiettivo era quello di portarsi a casa quest'oggi, "TRANSEXUAL", 7b, bellissima linea che parte come Metrosexual ma che questa volta traversa basso sotto il muro col buco ed esce a destra, su una serie di bombè, il primo bianco ed il secondo grigio, dove sta quel famosissimo lancio finale a circa 15 metri che rende la via una pietra miliare.

(Metterei una bella foto della linea qui, ma sinceramente ho paura a cliccare transexual su google. La foto di prima andrà benissimo, un pò di immaginazione!)

Mi attivo, e sebbene la via sia ancora in ombra nella seconda grotta, decido di attaccarla lo stesso. Troppa voglia! Le prese sono bagnate, dato che il sole ancora non ha asciugato via il salmastro da questo fantastico calcare a buchi. Ma vado. Sono un pò freddo forse, ma non mi interessa, voglio scalarla! Salgo a vista, e perdo un pò di tempo per trovare le prese giuste, le sequenze giuste... procedo, ma lento. Dopo qualche difficoltà eccomi al riposo finale, tra il bombè bianco e quello grigio. So cosa mi aspetta, e sebbene io sia di molto acciaiato, cerco di rimanere concentrato. A momenti il rovescio di riposo mi scivola via dalle mani, proprio mentre recupero. Tempo di partire, o sarà troppo tardi. Sta volta il tifo lo sento, ma poi parto, prendo il buchetto, aggancio la punta, accoppio, scarrello i piedi...intermedio, alzo i piedi. Intrevedo la presa su cui devo planare, e mi stupisco. E' veramente un lancio vero! Salto con tutta la mia forza nonostante le braccia pulsanti, perdo i piedi ma le mie dita sono già dentro al buco, anche se...o no! L'ho presa male! Le dita non vanno affondo ma si sono accavallate sul bordo! Cerco di sistemare i piedi ma lì capisco, che non c'era più niente da fare. Era giunto il momento, di cadere. 

In un attimo la roccia scompare dalle mie mani, la grotta si allontana. Adesso guardo giù, l'acuqua si avvicina...proprio come avevo visto fare, un urlo, un paio di bracciate in aria e..... SPLASH.

Riemergo, nuoto e raggiungo i miei compari appollaiati ai lati della grotta, ancora in preda alle risate, e mi unisco a loro, anch'io ridendo divertito. Che figata! Più esaltati che mai, ce ne torniamo alla prima grotta, questa in pieno sole, asciutta, dove si trova la linea che Andrea aveva puntato il giorno prima. Si tratta di una prua leggermente strapiombante rossa ed arancione di 7a, costellata di una serie di biditi e tacche leggermente svase. Una placca in fin dei conti.
 
Deciso nel tentativo a vista nonostante la stanchezza accumulata nei due giorni passati, eccolo lanciarsi all'avventura. Scala lento, prudente, preciso. Si vede che è concentrato e che non sta minimamente sentendo me e Simone urlare a squarciagola, tifando per lui. Alla fine, senza troppi problemi se ne esce in cima, fregandosene dell'altezza nonostante la tensione che aveva accumulato pensando a quel momento, quando ancora era con i piedi a terra.

E così, motivandoci l'un l'altro, rieccoci attaccare l'ennesima via, ancora e ancora, finchè non viene sera.

Ancora una volta il tramonto mi porta fortuna, quando decido di ritentare la via trofeo e riesco a scalarla sta volta tranquillamente, spenzolando qua e là provocando la roccia e l'acqua sotto di me.

Sembrava tutto finito, soddisfacente. Anche oggi ci eravamo portati a casa un bel trofeo a testa, ed anche qualche altra bella linea a vista. Ma c'era ancora luce, c'era ancora roccia, c'era ancora voglia. La forma fisica era quel che era, dopo una giornata di deep water, e allora perchè non mettere le mani sulla torta più bella?


Ricordo di aver visto la linea di "Bandito" per la prima volta in un contenuto speciale del film King Lines, di Chris Sharma.  Al tempo era data 8a, adesso 7c. Mi aveva impressionato la bellezza delle linea, e l'eleganza con cui il corpo veniva sputato via dalla roccia in quel lancio. Il movimento perfetto. Il caricamento, schiacciato contro questo tetto di calcare, il salto nel vuoto verso quel banchetto che si vede uscire in fuori. Poi la bandiera, i piedi che arrivano all'altezza delle mani, ed è lì che si capisce se passerai, oppure se cadrai. Nel primo caso i piedi rientrano all'interno, e si rimane sospesi a mezz'aria, indecisi su come procedere. Chi viene silurato invece, chi non ha il permesso di salire Bandito, verrà scalciato via all'istante, ed attererà in acqua di lato, battendo le costole.

Capita molto spesso di vedere passare scalatori bagnati, che si tengono il costato, doloranti.

"Bandito eh?"
"...yeah...so close...."

Avevo memorizzato bene la sequenza ben prima di venire a Mallorca. Non avevo scuse. Non più.

Parto col mio primo tentativo su Bandito, intenzionato a non farmi fregare da quel lancio. Per mia fortuna il cruz è subito all'inizio, questo è un bene per le mie braccia, ancora stanche dalle mille vie scalate in due giorni. Il tempo di concentrarmi e sono già là, a guardare la banchetta. Sono praticamente a testa in giù, e so che serve tutta la coordinazione del mondo per prenderla bene e non schiantarmi nell'acqua. Basta pensare. Sparo.

I piedi si staccano, come la forza centrifuga vuole, ma la mano afferra quella banchetta, e non la lascia. Controllo la bandiera, e dopo qualche istante capisco di averla tenuta. Sono salvo. Ma non c'è tempo per esultare, la banchetta c'è ma l'ho presa male, non duererò molto qui penzolante. Devo risistemarla immediatamente o cadrò! Dopo qualcuno di quei momenti che sembrano non finire mai, il corpo non tiene, ed infine, eccomi a squazzare verso la base, con il sorriso di chi accetta una sfida.

Aspetto giusto quei 5 minuti affinchè le mani siano asciutte, pronte per l'uso della magnesite, e riattacco la via. Questa volta, il lancio è perfetto, e non perdo tempo. In un attimo su i piedi, e via. Ad improvvisare sul traverso che mi porterà al riposo a metà via e poi a quello finale. La via finisce sul 7b, quindi per portarmela a casa devo per forza riuiscire di nuovo in quel lancio. Non posso sbagliare, non riuscirò mai a tornare qui oggi! Riposo, riposo. Poi avanzo, verso il rovescio finale. Sto bene, posso farcela. 

Parlo alla mia testa, cercando di tranquillizzarla. Sento l'emozione farmi tremare i piedi, le gambe. No. Rimani concentrato. Non puoi cadere ora.

Poi parto, per quell'ultimo passo, quel lancio su cui avevo visto cadere più di una persona che era riuscita a passare dal boulder sottostante, quello del lancio. Non è ancora detto, ma vedi di farlo cazzo!

Di nuovo, aggancio, accoppio, scarrello. Lancio, ed il buco lo prendo. Perdo i piedi, e lì, faccio la cazzata. Sono zuppi d'acqua ancora, e potrebbero scivolare, così, non li rimetto. Rilancio con la sinistra senza piedi, e manco la presa di un centrimetro. Cado giù e sta volta, sembra non finire mai quella caduta. Merda. Sono un idiota.

SPLASH.


Un pò amareggiato, me ne torno al campo base, sapendo che c'è ancora un giorno a disposizione, anzi mezzo, dato che la consegna del Bolide e della casa era prevista per le 16 del giorno dopo. Chiudo gli occhi quella sera sapendo di avere una mattina a disposizione per giocare bene le mie carte, e rendere tutto perfetto. Sono carico, deciso. Domani sarà mia.

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