Questo articolo è il più lungo che abbia mai scritto,
per questo l'ho diviso in 6 post, in modo da rendere la lettura un pò
più comoda. A destra trovate l'elenco. Chi riesce a leggerli tutti vince un mappamondo!
IL VIAGGIO
Il
mio viaggio a Mallorca è iniziato così: una panchina spigolosa, un
grosso zaino zeppo di roba, una bottiglietta d'acqua, un panino, e un
bel pò di ore davanti, anche se in realtà già ne avevo alle spalle. In
tutto le ore di viaggio sarebbero state 20 e mezza, ma questo io ancora
non lo sapevo. Tutto sommato, andava ancora bene:
Mi
sarei comodamente risvegliato da quella panchina, con la mia
bottiglietta, il mio panino e si spera anche lo zaino verso le ore
05.30, mi sarei diretto all'imbarco, avrei fatto la fila, avrei fatto in
controlli, mi avrebbero fermato almeno un paio di volte (non so perchè,
TUTTE le volte c'è qualcosa che non va nel mio bagaglio), ed alla fine,
mi sarei preso quell'aereo. Sarei arrivato a Palma alle 08.20, Andrea
mi avrebbe recuperato in macchina, e saremo andati a scalare. Tutto
liscio. Sveglia fissata, sono le 23.00. Avvolgo il giubbotto dietro la
nuca ad imitare una sorta di cuscino. Le luci al neon sono forti, ma gli
occhi sono chiusi. Tutto sommato, va bene. Buonanotte.
Decido
che la panchina mi ha rotto le palle alle 00.15 circa. E' tutto
inutile, infondo lo sapevo dall'inizio che mai sarei riuscito a dormire
su quello scomodissimo ammasso di ferro, seduto con la schiena piantata
nel ferro, con quelle luci al neon piantate in faccia. Abbandono il mio
nido, preparandomi all'idea che forse ad un mio eventuale ritorno,
sarebbe stato occupato. Fanculo, corro il rischio.
Vago
per l'aeroporto un pò sonnambulo, e tanto lo so, sarà una lunghissima
nottata di merda. La testa mi ronza, gli occhi sono stanchi, il tutto
sfumato. DEVO DORMIRE, ma dove? Per un attimo il panico si fa sentire, poi la vedo. La panchina perfetta.
Lì è possibile sdraiarsi, perchè a differenza delle altre, lei non ha
quei maledetti braccioli in ferro. Le luci sono persino soffuse, e
soprattutto, è libera. Il fatto che sia parte di un'istallazione di arte
contemporanea non mi inibisce. Io non sono un critico d'arte, sono on
topo di falesia! Tutto è perfetto, la posizione, il cuscino
improvvisato....gli occhi si chiudono. In culo l'arte penso, mentre mi
addormento.
Mi sveglio e guardo l'orologio. Sono le
04.00. Meglio che nulla. Decido che però, ormai per dormire non è più
cosa. Un giusto modo per temporeggiare è quel che mi serve. Colazione al
bar. Finisco la mia brioche ed il mio succo, e sono già in fila. Sono
le 05.00, perfetto. Tutto procede secondo i piani, e tutto è andato
benone fino a quel fatidico.. "Si avvisano i passeggeri diretti a Palma
di Mallorca, che il volo ha subito un ritardo". Sul tabellone c'è
scritto due ore. Disperazione, ma poi la hostess mi rassicura:
"cambierà"
E cambiò. Adesso invece che due le ore di ritardo erano quattro.
Torno
indetro e trovo una poltroncina nascosta niente male, il tempo di
accomodarmi e già erano passate due ore. Mi risveglio con la musica
ancora nelle orecchie, ma la batteria dell'Ipod a zero. Le due ore
rimanenti a stento le ricordo, eccetto per il telefono. Un flusso
continuo di sms ad Andrea per fargli capire quando cavolo arrivo.
"arrivo
alle 08.20" "ok" "Andre un ritardo, arrivo alle 10.20" "ok" "No, no
aspetta, le ore di ritardo sono 4! Arrivo alle 12.20" "ok"...e via così.
Adesso sembra tutto pronto.
Rifaccio la trafila al
gate, coda, bagaglio, skanner, biglietto, carta d'identità, ed infine
sala d'imbarco. Sono circa le 10.30 quando sto per salire sul cazzo di
aereo, ma ormai l'ora, il giorno, la notte, sono concetti astratti per
me. L'ultimo sms concordava "areoporto di Palma ore 12.30", ma meglio
chiedere per sicurezza.
"Scusi, mi può dire a che ora arrivo PRECISAMENTE?"
"Lei calcoli che ci vogliono 2 ore e mezza"
"Due ore e mezza? Mi sembrano tantine..."
"Due ore e mezza."
Non voglio chiedermi perchè, ne ho le scatole belle piene, quindi di nuovo fuori il cellulare.
"Andre, non chiedermi perchè ma arrivo alle 13.40 circa" e la sua risposta "ok".
Salgo su, spengo cellulare e cervello. Portatemi a Palma.
Una
hostess mi risveglia pochi istanti prima dell'atterraggio. Siamo
arrivati finalmente. Poi la voce del capitano "siamo felici di
informarvi che siamo arrivati a Palma con 40 minuti di anticipo".
In mezzo ad un applauso generale spero il capitano abbia sentito il mio
VAFFANCULO. Altro sms ad Andrea. "Andre, non chiedermi perchè nè come,
ma sono a Palma. Mi trovi sul marciapiede probabilmente morto, vieni
quando ti pare, non ne posso più".
Una mezz'ora più
tardi ero sul Bolide (una mitica ford fiesta da battaglia del '90) con
Andre e Simo, devastato e stordito manco fossi stato ubriaco. Erano le
13 credo.
"Luca, ti portiamo a casa, si sta tranquilli oggi ok?"
"NO. Andiamo a scalare ADESSO"
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